Adesso è il tempo… il 25 settmbre 2014 il calendario ebraico festeggiava con Rosh Hà Shan l’entrata nell’anno 5775. Il 5775 appare nella Torah e altri testi sacri, con un significato che corrisponde alle parole “sha-ah ata”, che in ebraico significa “adesso è il tempo.”
“Adesso è il tempo”..
Osserviamo visivamente il numero 5775: è composto da due numeri che si rispecchiano: il 57 e il 75.
Tra i tanti significati ghematrici dati nella Kabbalah a questi numeri, tre catturano l’attenzione:
- 5775 è un numero palindormo. Per la Kabbalah i numeri palindromi sono portatori di una forza “unificatrice” delle polarità, e attraverso essi possiamo trovare la conoscenza correlata.
- il 57, è rappresentato dalla parola און (On) che significa “forza, vigore, seme umano“.
On è la forza potenziale dell’identità umana. Questa ha sede nella stessa area in cui risiede l‘energia sessuale – riproduttiva. E’ da questa forza che deriva l'”Io”. - il 75, è indicato invece da מלה (mem-lamed-he), il 23° dei nomi divini che è preposto alla “parola” (milah), e che corrisponde alla parola למה (lamah) che significa “perchè?“. La parola Lamah sta a indicare il migliore uso della parola, ovvero quello di fare domande.
In sintesi 57+75 rappresentano il tempo della forza di generare domande.
Pertanto adesso è il tempo per porre domande fondamentali sull’uso della nostra forza potenziale nella vita.
La scelta del “qui e ora”
Riconoscere la grandiosità di tempo e spazio che circondano la nostra vita rappresenta l’inzio di una scelta: dare valore maggiore a quel che non possiamo cogliere con i nostri pensieri. Per cambiare la realtà occorre solo silenziare i nostri pensieri in ogni qui e ora.
Quando ne diveniamo coscenti, estendiamo la forza (On) oltre la dimensione sessuale. Andiamo oltre dipendenze e resistenze. Ci apriamo a diversi modi di osservare la realtà, senza contrapporci. Diveniamo “ponte” verso altre e nuove dimensioni. Impariamo ad accogliere e trasformare ciò che accade, senza dipendere da rabbia, pregiudizio, paura.
Un bagliore nel buio: scoprire che adesso è il tempo
La “scelta” del qui e ora insegna un uso consapevole di On. Non reprimendolo, bensì liberandolo su un piano più elevato di umile stupore verso un qualcosa d’inimmaginabile che va oltre il nostro pensiero.