Perché il suono è vibrazione che crea risonanza.
La dimensione degli Angeli: un viaggio tra gerarchie celesti e simbolismo divino
L’Angelo, riposto nella dimensione del non-dove ĆØ da sempre archetipo. Nonostante i tentativi di definirlo e descriverlo, per sua natura resta inafferrabile, sia alla mente che all’innato desiderio di poterlo “incontrare”.
Ogni tradizione sapienziale insegna che il paradosso ĆØ il principio finale che più di ogni altro ci avvicina di più alla realtĆ . Questo vale soprattutto per l’angelo, archetipo del paradosso della conoscenza di D_o.
Maimonide evidenzia che gli angeli sono “uno-dimensionali” e che la loro funzione di messaggeri (malachim) ĆØ fondamentalmente “programmata per compiti specifici”. Le dimensioni angeliche sono di conseguenza infinite, ma questa “ineffabilitĆ ” richiede all’essere umano di suddividerle secondo un ordine più comprensibile. Un ordine necessariamente “gerarchico”.
La tradizione delle gerarchie angeliche
La tradizione del 10
Secondo l’antica tradizione ebraica, come riportato da Ben Maimon, esistono dieci gradi, o ordini di angeli:
Il primo scritto formulato da Maimonide, differisce dalla tradizione dello Sepher Ha-Zohar che trasmette un ordine in cui Ā suo, in cui i Cherubim non vengono indicati.
La tradizione del 9
Nei primi secoli dell’era cristiana, il tema dell’ordine angelico era cosƬ “sentito” che Dionigi l’Aeropagita (V sec. d.C.) delineò una gerarchia composta da 9 ordiniĀ di Angeli, escludendo gli “Ishim”. Questa struttura ĆØ descritta nel “Corpus Dyonesianium” (trascritto nel IX secolo), in particolare nella sua prima parte, il De coelesti hierarchia. Le altre sezioni del Corpus includono il De ecclesiastica hierarchia, dal De divinis nominibus.
Nell’ultima terza parte del Corpus, Dionigi mette in evidenza il rapporto tra Angeli e Nomi Divini, ponendo queste due realtĆ in relazione.
Al di lĆ delle disquisizioni teoriche del 10 o del 9, resta una domanda: a cosa serve l’Angelo?
Il rapporto tra Angeli e Nomi Divini
Dionigi affronta questo tema importante: indicando l’esistenza di una relazione tra Angeli e Nomi. Gli angeli si conformano agli attributi divini.
«La gerarchia è nello stesso tempo ordine, scienza e azione, conformandosi, per quanto è possibile, agli attributi divini, e riproducendo, per mezzo dei suoi splendori originali,
un’espressione delle realtĆ che sono in Dio.Ā» (Dionigi, Gerarchia celeste, III, 1)
Dionigi presenta cosƬ 9 dimensioni angeliche che corrispondono a 9 dimensioni divine in ordine gerarchico. Ogni dimensione angelica ĆØ descritta attraverso immagini paradossali, negli ordini più elevati, gli angeli appaiono come ruote, animali e troni che si muovono in modo terrificante. L’immaginario trova le sue radici in Ezechiele, nei testi apocrifi e nelle opere di artisti che si sono cimentati a rappresentare queste visioni.
Queste dimensioni angeliche sono tra le più ineffabili ed emozionanti, avvicinando l’essere umano ad un sapere profetico, che va oltre le interpretazioni logiche e mentali.
Su un piano meno elevato, gli ordini angelici si manifestano attraverso corrispondenze con valori morali, intellettuali, dottrinali. In questa dimensione di tre ordini:
- Dominazioni
- Virtù
- Potenze.
Nell’iconografia originale queste entitĆ sono raffigurate con lunghi abiti, ghirlande dorate e simboli lucenti. Si tratta di immagini che pongono l’osservatore in una dimensione intuitiva, dove persina la mente più razionale ĆØ spinta a infinite speculazioni.
E’ forse il piano meno elevato delle dimensioni angeliche quello che maggiormente coinvolge il sentire dell’uomo. In questo livello, l’uomo vive l’archetipo sul piano emotivo di Yetzirah, abbandonando le interpretazioni intelluali per accedere a quelle più profonde e sensoriali, legate ai bisogni primari di protezione, nutrimento e forse speranza.
Qui troviamo i Principati, gli Arcangeli e gli Angeli. Nell’iconografia originale vengono rappresentati con abiti da guerrieri, cinture dorate, lance, elmi e spade. Questi ultimi “difensori” incarnano l’innato desiderio umano di ascolto,Ā di esser riconosciuti attraverso la voce nel qui e ora della vita.
Ed ĆØ forse questa qualitĆ – l’ascolto necessario e mai del tutto esaudito –Ā la ragione per cui l’Angelo ĆØ la vibrazione che più risuona ed apre la Via dei Nomi nella Kabbalah.
Una via dove le 10 e le 9 dimensioni trovano – attraverso il loro paradosso – la stessa risposta.
Grazie e ShanĆ TovĆ ! Giorno 1 di Tishri 5778.
(MC 20/09/2017)
======
Immagine di copertina: Wasilly Kandinsky – Composizione VIII (1915)
* Il Pseudo-Dionigi l’Aeropagita, filosofo neoplatonico esercitò una grande influenza sulla Scolastica e descrive ampiamente la gerarchia degli angeli nel suo De coelesti Hierarchia, o Gerarchia celeste,Ā trattato di angelologia appartenente al Corpus Dionysianum, databile circa al V secolo.