Aprire il cuore
Alcune persone dichiarano che il cuore sia solo un muscolo. Altre dichiarano che sia portatore di emozioni.
Di certo è l’organo che è a più diretto contatto con le emozioni e il respiro della vita: si trova proprio fra i polmoni. La sua funzione è si muscolare ma con l’esercizio meditativo diventa anche sensoriale, in quanto ha la facoltà di “ricevere” gli effetti dell’aria, prima della mente.
Gli antichi greci dichiaravano che la prima intelligenza e il principio della bellezza risiede nel cuore.
Questa “coscienza” del cuore si esprime attraverso il μῦθος [mytos], ovvero un racconto ad alto effetto poetico e visionario, capace di indicare paradigmi, norme o modalità più equilibrate per affrontare la vita.
La tradizione ne riconosce il valore simbolico di יהוה Ha-Shem, il “Nome” השם disceso a liberare tutti i nostri Nomi, in quanto capace di connettersi nell’Uno (א) – con tutt’uno alla Fonte – cominciando a livello “cellulare” (י – Yod).
Nella Kabbalah Pratica (percorso Neshamat Ha Chockmah) le meditazioni aprono a livello “cellulare” la capacità di accogliere quello che la mente non sa accogliere, per infondere una nuova esperienza di coscienza.