Bellezza e Bontà, l’enigma dell’unità

by Kabbalah Pratica
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Bellezza e Bontà, l’enigma dell’unità

Bellezza e bontà kabbalah pratica.  L’enigma dell’unità nel sentiero di Luce

Nel 1869 lo scrittore russo Fedor Dostoevskij scrive “L’Idiota” a Firenze.  L’opera è divenuta uno dei più grandi capolavori della letteratura russa. L’Idiota lascia impressa nell’anima dell’umanità una frase dall’incredibile forza. Esce dalla bocca di Myškin, il protagonista del romanzo: “la bellezza salverà il mondo”.

La Bellezza salverà il mondo. 

Quale significato? Una frase di tale spessore e profondità induce ad una riflessione immediata. Dostoevskij ci invita a pensare che chi la esprime deve esser votato ad una bontà assoluta. Dunque il suo orientamento verso la bellezza è forse un tutt’uno con il bene?

Dostoevskij, bellezza e bontà

L’idea centrale del romanzo – scrive Dostoevskij in una lettera alla nipote Sonija Ivanova,  è di descrivere un uomo assolutamente buono. Un uomo, il protagonista, vive un’esistenza piena di complessità, con crisi epilettiche che lo accompagnano nel corso della sua vita. Mosso da intenti nobili che persegue con bontà profonda e dall’amore, perviene alla follia fino ad essere internato. Una figura emblematica che si riflette nella vita stessa del poeta.  La figura ideale dell’essere buono che trascende le possibilità umane e la realtà stessa fino a sfigurarle.

Bellezza e Bontà, Kabbalah Pratica

Nella Kabbalah la dimensione di bellezza e bontà sono unite lungo un sentiero sottilissimo.  E’ un sentiero in cui si instaura una relazione d’unione tra il figlio e il padre, tra la creazione e l’amore divino. Una dimensione luminosa, in cui la coscienza attrae luce, attraverso il perdono. In questo processo sviluppa una capacità “miracolosa” : dare luce senza chiederla in cambio. Ecco dunque che la frase ne L’Idiotala bellezza salverà il mondo” interpreta pienamente la  sapienza della Kabbalah.

La bellezza salverà il mondo – Fedor Dostoevskij

Quale bellezza può essere tale?
Ecco Tipheret, la Sephiroth capace di infervorare l’anima di estasi e rapimento. Eppure è cosi volatile da renderla doppiamente irraggiungibile. Un vero enigma:  sorge dal bene, da qualcosa di buono, anima la vita e si rende inafferrabile. Una scintilla, che deve fungere da stimolo per poi saperci ricollocare nella realtà e la sua concretezza.

Ecco dunque che la frase “la bellezza salverà il mondo” è emblematica nella sua potenza. Quale bellezza?  Ricordiamo l’insegnamento di Tipheret, l’unione ideale del duale, il bello e il tremendo, che convivono in modo eterno.

 

Quale bellezza? Kabbalah Pratica, unione di ciò che è duale.

 

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