Dagli animali alle stelle: il filo segreto tra Göbekli Tepe, Melchisedek e la Kabbalah pratica

by Kabbalah Pratica
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Dagli Animali alle Stelle – Il Cammino dell’Umanità

Dalla spiritualità arcaica alla Kabbalah Pratica

Nella Bibbia, Abramo, quando giunge in Canaan, acquista la grotta di Machpelah a Hebron, nella terra dei “figli di Heth” (Hittiti). Questo indica la presenza di comunità ittite in quella regione e rapporti tra queste popolazioni.

La Bibbia afferma anche che Terach, padre di Abramo, era un costruttore di idoli (Gen 31:30). Sebbene si tratti di accuse contro l’idolatria, è chiaro che nel vicino oriente, ebrei inclusi, esistevano culti politeisti e una certa tolleranza sulle scelte spirituali individuali nell’ambito tribale, ma anche familiare.

Risalendo alle terre di origine di Abramo e Terach, in Mesopotamia e in Anatolia, sappiamo dell’esistenza di re-sacerdoti, votati a divinità specifiche che presidiavano i culti dei primi nuclei urbani⁴. È il caso di Melchisedek, re-sacerdote di Salem, che benedisse, consacrandolo, Abramo.

Alle origini, pare vi fosse un culto più arcaico e trasversale, le cui tracce si ritrovano in civiltà antiche dal Nilo al Tigri, dall’Eufrate all’altopiano anatolico: forme di culto che univano divinità animali e astronomia, con forte riferimento a stelle e pianeti.

Göbekli Tepe: dove animali e stelle si incontrano

In questo contesto la scoperta di Göbekli Tepe, conserva delle incisioni risalenti a ca. 10850 a. C (oltre 12.000 anni fa), che decorano le colonne di un sito che potrebbe essere stato un centro per funzioni rituali e astronomiche. Le sculture zoomorfe e l’orientamento del sito suggeriscono una connessione tra culti animisti e celesti, dove gli animali rappresentavano non solo un valore vitale, ma anche archetipi spirituali.

È dunque legittimo chiedersi: esiste un “fil rouge” tra Göbekli Tepe, le culture sumere e semitiche, fino ad Abramo e alla spiritualità biblica?
La risposta è sì: esiste un continuum religioso e culturale tra i culti animisti e stellari del Neolitico, le religioni urbane politeiste (ittite e mesopotamiche) e l’emergere di un pensiero monoteistico in evoluzione. Questo passaggio non fu netto, ma progressivo: una trasformazione in cui la figura di Abramo funge da snodo simbolico e spirituale.

Harran e Ur, due città con cui è associato Abramo, erano centri di culto del dio lunare Nanna/Sin. È quindi plausibile che la famiglia di Abramo fosse coinvolta in questi culti, prima della rottura che lo condurrà a riconoscere un’unica divinità⁸. È in questo contesto che si inserisce la Kabbalah Pratica, lasciando aperto il sentire individuale, interpretando l’Albero della Vita come specchio di molteplici mondi spirituali.

“Un percorso esperienziale che oggi si rinnova nei ritiri spirituali
in Anatolia, tra i luoghi dove tutto ebbe inizio.”

 

Melchisedek e Abramo: due vie, un’origine comune

La tradizione cabalistica riconosce infatti nomi diversi in ogni Sephirah: El Elyon è collocato in Kether (associato a Melchisedek), mentre Adonai al “regno” di Malkuth (con Abramo come figura sacerdotale e regale di riferimento).

Quando Melchisedek incontra Abramo, lo benedice “nel nome di El Elyon, creatore del cielo e della terra” (Gen 14,18). Questo non è il nome del Dio di Abramo (YHWH o Adonai), ma è un titolo che riflette un Dio celeste e universale. Abramo risponde accettando la benedizione, e dichiara: “Ho alzato la mano verso YHWH, El Elyon” – unendo simbolicamente i due nomi. Questo gesto allude a un possibile riconoscimento reciproco tra culti diversi, ma orientati verso un’origine comune.

“Quando Melchisedek benedice Abramo nel nome di El Elyon, si apre un ponte tra due mondi spirituali: il celeste e il terrestre.”

Da questa prospettiva si intravede una matrice comune: una religiosità fondata su animali sacri e influssi astrologici riscoperti a Göbekli Tepe, dove immagini zoomorfe e simboli riflettono la connessione tra sacro, natura e cielo.

Göbekli Tepe, Melchisedek, Abramo e l’Albero della Vita non raccontano storie diverse, ma lo stesso grande racconto: quello di un’umanità in cammino verso la coscienza, a partire dagli animali e dalle stelle.

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Emilio 3 Luglio 2025 - 13:57

Seguivo già la storia di Göbekli Tepe e le varie interpretazioni sul perché avessero costruito questa opera architettonica sotto terra (periodo glaciale in superficie, rifugio da aggressioni, motivazioni più alternative). Questo articolo aggiunge il sottofondo spirituale alla base di ogni civiltà 🖐️

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