The East Sign: estratto di lavori di Kabbalah pratica correlati al Sefer Ha-Ot (il Libro del Segno, di Avraham Abulafia) . La pratica è stata condotta a Rovigo nell’Ottobre del 2018.
La registrazione The East Sign si riallaccia al segno “orientale” (arcangelo Raphael).
Questo tipo di pratica apre il praticante una dimensione esperienziale del “campo” nel quale si opera la pratica di Kabbalah. La dimensione del canto produce una radicale alterazione del suono dove ritmi e frequenze offrono l’esperienza di vivere una dimensione della realtà più sottile.
La pratica è abbinata a tecniche di meditazione e respiro che conducono a visualizzare la dimensione sottile attraverso cui si “riceve” e quindi di conoscere e vivere la realtà in modo più consapevole e spiritualmente “connessa”.
Tra gli effetti più comuni di questa pratica:
- la rottura degli schemi percettivi,
- l’apertura a dimensioni psichiche sconosciute,
- il risveglio di percezioni extrasensoriali,
- la condivisione esperienziale delle energie mentali dei praticanti,
- l’apertura a una dimensione metafisica,
- la rivelazione di una diversa forma apprendimento cognitivo
- la presa di coscienza di “costruire la realtà” attraverso il suono,
- l’incontro con energie sconosciute e
- la visione attraverso lo stato di veglia.
Kabbalahpratica opera attraverso un insieme di pratiche meditative che si fondano su suoni, movimenti corporei, respirazioni. Le pratiche si riallacciano a Tzerùf tradizionali e non, condotti in precisi schemi e strutture geometriche che vengono predisposti nel rispetto di tradizioni e dettate dalla dimensione Sephirotica di TIpheret (La Bellezza).
The East Sign si riallaccia alle dinamiche bipolari dei 72 Nomi, indicate nella prima parte del Sepher Ha Ot in cui si elencano i Nomi. Sulla base di questo testo la tradizione esoterica del “segno” viene conservata ancora, anche se a livello popolare, in occidente nelle regioni dell’est dell’Italia.