עץ החיים (Etz Chajim) L’Albero della Vita
Le parole che ricordano l’Albero della Vita sono tante quante gli alberi della terra.
Nella Kabbalah, l’Albero della Vita è il principale simbolo. In esso è custodita la tradizione del segreto (סוד). Questa tradizione affonda le sue radici nei tempi mitici del Gan Eden, forse situato nell’antico regno di Akkad, le terre da cui arrivò Abramo. Dietro il suo simbolo si cela un cammino misterioso e affascinante, rivelato oralmente dai maestri ai loro allievi. È una strada che possiamo intraprendere come fecero Abramo, Isacco e Mosè quando pronunciarono sempre le stesse parole: “Eccomi!”
L’inizio della Via
Colui che inizia in questo modo è “pronto”, è “presente”, consapevole che lavorare sull’Albero della Vita non è un’esperienza interiore o un viaggio, ma un cammino che permette di ritrovare la propria via, quella che guida il “giusto” verso la sapienza (חוכמה). È la via del ritorno, che risale alle origini della vita, all’alba della coscienza umana, all’Adam.
Le radici dell’Albero sono sepolte in ogni essere umano, in antiche memorie. Sono scintille essenziali che possono risvegliare l’intuizione necessaria per procedere lungo il misterioso cammino. La loro linfa scorre nell’Albero. Quando ci incamminiamo lungo i suoi sentieri, raccogliamo simboli, messaggi e percezioni sottili. Procediamo quando cominciamo a confidare nell’innata capacità intuitiva di “ricongiungerci” a una realtà che era rimasta distante.
Percorrere la Via
È un’incessante ricerca di nuove strade nella vita, più vicine alle nostre emozioni più profonde. È un riassemblare di un disegno enigmatico, intessuto di dimensioni vibranti in cui percepiamo energie sottili, sentieri invisibili, tracce tangibili e segni. Il significato del nostro percorso è qualcosa che solo noi possiamo intuire, dentro di noi. Siamo noi soli i guardiani del sentiero luminoso verso la Luce. Luce nel senso più evidente, quella luce che sostiene la vita, la natura rigogliosa, il palpito reale e vitale di ogni essere vivente, al di là del velo del pensiero, al di là dell’intensità delle emozioni e al di là degli istinti più primitivi.
L’interesse umano verso i racconti sulla creazione e sull’ordine evolutivo di ciò che è e sarà è sempre stato vivo. Preferire una visione più mistica o più scientifica della vita è di scarso rilievo.
Man mano che esploriamo il tema dell’albero, l’intelletto umano si ponse sulla via di “ritorno alle origini”. In questo processo, iniziamo a espandere la nostra consapevolezza verso nuovi modi di osservare la realtà, correggendo quei rigidi schemi tracciati dal tempo e dalle abitudini quotidiane.
Il fiore dell’Albero della Vita
La fioritura del nostro Albero avviene attraverso pratiche tramandate oralmente, che mettono in movimento la linfa che nutre l’Albero della Vita, sia a livello fisico, psichico, mentale che spirituale. La tradizione la chiama Ruach Ha Kodesh (רוח ה קדוש), qual santo respiro che paril ad un “vento divino” immette un soffio di purezza che rianima lo spirito. Una sorta di “luce che accomuna gli esseri viventi”. La riconosciamo perché progressivamente libera l’anima da vincoli, concezioni arbitrarie, paure, pregiudizi e tendenze infelici.
Ritrovarsi
Tutto questo avviena sull’Albero della Vita, Etz Chajm. Molti nomi lo ricordano: asse del mondo, albero cosmico, l’Yggdrasil dei germani, l’Ashvattha indiano che genera tutto ciò che è sacro, l’albero-loto del Corano, l’albero mazdaico e così via. In essi troviamo le stesse corrispondenze della “pianta rovesciata che rappresenta l’uomo” – sempre ritrovati nella forma simbolica dell’albero, come trasmesso nella Bhagavad Gita, nello Zohar o da Platone.
Etz Chaijm – L’Albero della Vita si colloca al centro del Gan Eden, il giardino centrale del paradiso terrestre, il PaRDeS. È l’ultimo luogo perduto dell’epoca mitica dell’oro. Le sue fronde proteggono la fonte della giovinezza, dalle sue radici si consolidano le fondamenta della vita. Una trama sottile, densa di mistero e sapienza arcana avvolge il sentire umano appena coglie il suo nome.
La traccia ritrovata
E’ l’archetipo originale in cui ogni umano riflette la propria essenza e il mistero della propria esistenza. La tradizione della Kabbalah tramanda però qualcosa di unico riguardo all’Albero della Vita, qualcosa che va oltre i significati esoterici o simbolici che spesso vengono attribuiti ad esso. l’Albero attraverso la Kabbalah rivela la “struttura” di un percorso pratico per “accedere” al santuario dell’esistenza.
L’ indicazione sul suo accesso è antica, primordiale, celata all’interno di Genesi (בראשית), trasmessa attraverso un insegnamento orale fatto di pratiche atte a risvegliare la “scintilla” divina innata presente in ogni essere umano.
Quante cose si potrebbero ancoa dire, ma l’Albero nella Kabbalah è molto più di un dire. E’ un fare.