I Figli della Luce, mito e realtà
Il termine “conflitto” genera in noi un senso di rifiuto e repulsione. Eppure ogni individuo – a livello interiore – vive durante la propria vita uno o più conflitti. Accade soprattutto quando si è davanti a una scelta di trasformazione personale della propria vita.
Trovarsi di fronte ad una “scelta” ci pone spesso in una dimensione “costrittiva”, dove il timore di compiere la scelta sbagliata ci irrigidisce fino ad evocare in noi immagini drammatiche. E’ il “fronte” dove le emozioni ed i pensieri si tingono di colori foschi, facendo trasparire la sensazione di un vero scenario di “guerra“.
E’ questa parola infatti che da il titolo ad uno dei testi più emblematici dei Rotoli del Mar Morto, conosciuto proprio come “il Rotolo della Guerra” (ספר המלחמה). Il manoscritto fu trovato nella grotta di Qumran 1 e pubblicato da Ha-Universita ha-Ivrit bi-Yerushalayim. Ma perchè è così importante?
Nel Rotolo della Guerra si parla di una sorta di conflitto tra “luce e tenebre“. A prima lettura appare come una sorta di manuale per l’organizzazione e la strategia militare destinato ai Figli della Luce (ילדים של אור). Mette in risalto l’importanza di “non procrastinare e far crescere lo scontro“, e di “non iniziare a delegarne il senso“, dando il via ad un perverso sviluppo sottile della realtà.
L’eterno conflitto tra le forze della luce e quelle delle tenebre trasmette però in questo “rotolo” un insegnamento fondamentale: ogni essere umano ha il compito di arrestare questo processo per non vederlo crescere un giorno sul piano della realtà collettiva.
Il “fuoco” come strumento dei Figli della Luce
Il manoscritto sembra ispirato a testi di origine zoroastriana, il cui culto celebra per antonomasia il fuoco. Non si trattava solo di fuoco come elemento di riferimento della luce o da intendere come elemento fisico, bensì come quell’elemento sottile che rappresenta una determinata capacità di utilizzo della volontà, quella che contraddistingue chi si schiera “dalla parte della luce“. L’insegnamento sapienziale del “fuoco” – ovvero l’intenzione autentica del proprio sentire e prendere parte alla vita – pare sia stato il principio reale di utilizzo di questo manoscritto.
Forse è per questo che è classificato come parte dei testi “serek” (סרכ – “regola”) sviluppati dai Qumraniti, quella comunità che Plinio il Vecchio indica come “essena”*. Un tema estremamente affascinante, che ci riporta all’importanza di un approccio fondamentale (v. Luce e Ombra): quello del saper osservare la realtà con occhi capaci di penetrarla e di trasformarla. Se così fosse potremmo spiegarci come mai includa la benedizione dualistica e continue maledizioni, come per guidare il lettore attraverso un percorso segreto. Per questo motivo, più che un trattato di strategia militare, il Rotolo della Guerra pare rappresenti una sorta di manuale esoterico destinato ai “Figli della Luce”.
I Figli della Luce
Uno strumento ad uso di quei conflitti interiori, che pre-annunciano la rivelazione di un cambiamento.
Un momento di verità per quei figli della luce che intendono riconoscere, rimettere in gioco e cambiare in sè stessi, il seme dell’intenzione autentica del proprio sentire. Coloro che compiono questa scelta, prima che la crisi individuale, si trasformi in conflitto reale.
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Fonti:
- Jean Duhaime – The War Texts: 1QM and Related Manuscripts – London, 2007
- Giovanni Ibba – Le Ideologie del Rotolo della Guerra – Giuntina Editore, 2005
- Yigael Yadin – The Scroll of the War of the Sons of Light against the Sons of Darkness. Oxford, 1962
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la comunità di Qumran è contesa da teorie che vogliono dimostrare che si trattava di un gruppo settario che alcuni indicano paleo-cristiani, altri esseni, altri ebraico o sadducei. Di certo rimane integro il fascino di questa Comunità, capace di redigere manoscritti in più lingue (aramaico, assiro, ebraico e paelo-ebraico, greco e nabateo).