Esiste una documentazione assai importante riferita alla descrizione della costellazione della Vergine che ha origine nell’antico mondo assiro-babilonese. Questa costellazione era particolarmente associata alla fertilitĆ e alla purezza. I babilonesi la associavano alla dea Ishtar, spesso coincidente al nome Astarte, e la riconoscevano nell’astro piĆ¹ splendente del cielo, che apre e chiude puntualmente il ciclo della notte: Venere.
Venere risveglia la memoria in ogni essere umano con tantissimi miti. Al di lĆ perĆ² delle tante interpretazioni, l’astro porta in sĆØ un profondo significato. Anche se rappresentata come una stella, Venere ĆØ un pianeta: emana quindi luce riflessa. Rispetto a qualunque stella fissa (pianeta), Venere risplende, al tramonto e all’alba, in modo dominante nel cielo. Gli antichi popoli della Mesopotamia, attenti conoscitori della volta celeste, le diedero quindi il nome Ishtar. Un nome dal significato non casuale, perchĆØ riconoscevano nel pianeta una precisa funzione: quella di far “risplendere la luce“.
Il pianeta Venere, la stella del mattino che annuncia la luce del giorno. Il suo simbolo – una stella con otto raggi – ĆØ spesso associato a quello del leone.Ishtar luce risplendente
Prima di Ishtar gli antichi sumeri veneravano Inanna. Inanna era una dea che aveva una duplice funzione: deteneva il grande potere del giudizio e quello di decidere e controllare la legge del cielo e della terra. Per questo veniva simboleggiata come una leonessa in battaglia. Lungo il Tigri e l’Eufrate ci furono molti templi a lei dedicati, ma ĆØ a Babilonia che trasmette il suo “picco” artistico, in quel luogo delle mura che ĆØ la “porta di Ishtar“, rinvenuta sul lato nord dell’antica cittĆ .
Verso la fine del IIĀ° millennio prima della nostra era, con l’avvento della civiltĆ accadica, avviene tuttavia qualcosa. Inanna comincia ad assumere una connotazione diversa e i Sumeri la iniziano a chiamare Esh-dar e Gesh-dar (nome di origine indoeuropea). E’ un’influenza culturale che irrompe in Mesopotamia da occidente che introduce Ishtar (nome di origine semita), diventando cosƬ la divinitĆ femminile piĆ¹ importante del pantheon babilonese. Il carattere delle due dee ĆØ molto affine, ma Ishtar diventa quella predominante.
Ishtar luce risplendente
Ishtar di fatto non ĆØ solo un nome, bensi un archetipo psicologico della dinamica femminile, che si contrappone alla sorella EreÅ”kigal o a Ki, la dea della terra. Pertanto IÅ”htar non si puĆ² solo considerare dentro il gruppo delle dee madri, in quanto la sua relazione con gli umani vale molto di piĆ¹ come modello di ispirazione all’azione vitale, anzichĆØ di “rifugio“.
In sintesi Ishtar rappresenta un valore diverso rispetto a Inanna. Inanna era infatti la guardiana delle prostitute sacre, e aveva al suo servizio oltre che sacerdotesse anche sacerdoti, i cui capi coprivano spesso la funzione di re e regine nella cittĆ . Per Ishtar invece, potevano prendere i voti solo donne vergini e a queste, per il periodo in cui rimanevano al suo servizio, non era permesso di sposarsi.
E’ probabile che questa differenza abbia determinato di fatto un cambiamento culturale, in quanto il concetto di “luce risplendente” della dea Ishtar non poteva nascere dal valore “riflesso” dato da uno status privilegiato da una funzione fisiologica, di ruolo sociale o addirittura da uno dinastico. Era qualcosa che andava oltre.
Ishtar luce risplendente
Con Inanna tutto ruotava intorno al re, tutt’al piĆ¹ alla sacerdotessa di riferimento. Con l’avvento del culto di Ishtar, la donna assume perĆ² un valore indipendente dall’uomo, che le consente il riconoscimento di una funzione-coscienza vitale “attiva” – risplendente – nella dinamica della vita (quindi, non solo funzionale alla procreatrice).
Alla base esisteva una visione della vita nella quale il concetto di verginitĆ non era legata tanto al corpo, quanto a una dimensione di coscienza che sa vivere e conservare il senso della purezza nell’azione. Purezza non nel senso di illibatezza, ma di azione. Qualunque azione.
Tramandata ancora oggi nella Kabbalah, questa coscienza si ritrova nell’insegnamento del concetto di Luce Risplendente che domina la sfera di Malkuth,Ā definita appunto Intelligenza Risplendente, percheĢ si eleva e siede sul trono di Binah (lāintelligenza da cui emanano la fede e le virtĆ¹).
Un insegnamento spiritualmente elevato e nel quale si identifica il mito della bellezza di Venere, e come insegnano le arti solo attraverso le cose terrene puĆ² risplendere. PoichĆØ attraverso Malkuth che risplende, il regno della terra dona luce e splendore ad ogni cosa.
Il grande potere di Inanna, quello del giudizio e di decidere la legge del cielo e della terra, vive in Ishtar.
2 comments
Grazie Marco, come al solito un lavoro davvero interessante e che stimola molte riflessioni.
visto che si entra nel segno zodiacale….