Kabbalah e Yoga
La pratica dello yoga ĆØ universalmente riconosciuta ed apprezzata.Ā Le sue pratiche e il suo profondo insegnamento conquistano da alcuni decenni il desiderio di ricerca interiore di sempre piĆ¹ persone. A livello comune della Kabbalah invece si sa molto meno, eppure vanta una tradizione sapienzale e pratica altrettanto profonda, soprattutto per gli aspetti pratici della meditazione sul respiro, che genera effetti potentissimi sul corpo, sulla mente e sull’anima.
Quali origini ha la Kabbalah?Ā Leggi di piĆ¹.
Kabbalah. Yoga dell’Occidente
La trasmissione della Kabbalah avviene attraverso pratiche particolarmente incentrate sulĀ suono e sulĀ respiro. La Kabbalah PraticaĀ tramanda tecniche essenziali per apprendere uno stato di coscienza “regale”Ā che libera la mente e le emozioni da paureĀ ed apre a nuovi scenari e a ritrovare o svelare capacitĆ individuali inesplorate.
La pratica della Kabbalah non necessita di dipendere da un insegnamento teorico. Forse ĆØ anche per questo motivo che la sua pratica ĆØ stata spesso ostacolata anche all’interno della sua dimensione tradizionale di una Kabbalah piĆ¹ teorica.
Molti Kabbalisti quindi sono ancora avvolti da un’aurea di mistero, soprattutto quando giungono ad insegnare sistemi completi di pratiche meditative volte a indurre esperienze religiose estatiche.
Le tecniche “yoga” della kabbalah
Tra i vari percorsi di Kabbalah pratica, citiamo “la Via dei Nomi”Ā , una praticaĀ antica che includeĀ esercizi di trasformazione e di risveglio interiore attraversoĀ suoni, attivitĆ Ā e forme espressiveĀ eseguite in un preciso ordine.Ā Ā Nella pratica ĆØ prevista e richiesta una profondaĀ coordinazione del respiro e del corpo, al punto cheĀ Ā il praticante puĆ² vivere l’esperienza diĀ “svuotare e fermare” il respiro.
Questo tipo di pratica ĆØ molto simile ad una tecnica di Yoga Pranayama, chiamata “Kumbhaka“.Ā KumbhĆ ka deriva dalla radice kumbha che significa “vaso” (o brocca per acqua, o calice), da intendersi come modo di utilizzo del corpo: puĆ² essere pieno o vuoto.
KumbhĆ ka ĆØ l’arte di trattenere il respiro in uno stato di sospensione, con il cervello rilassato per rivitalizzare il sistema nervoso.
Kabbalah e Yoga. Due vie, un respiro sottile
La tecnica yogaĀ Kumbhaka ĆØ molto affine alle tecniche di respiro trasmesse dal kabbalista Baruk Targomi, maestro di Isaac di Acco e di Abraham Abulafia. Le praticheĀ yogiche e kabbalistiche partono entrambe dal presupposto cheĀ il respiro ĆØ il ponte tra il corpo, i sensi e la mente. Entrambe le pratiche si caratterizzano nell’arrestare il respiro – secondo precise sequenze – finchĆØ i sensi e la mente si acquietano. Infine entrambe le pratiche hanno il medesimo scopo: ritrarre l’intelletto dagli organi della percezione e dell’azione, per concentrarlo sulla sede causale e originaria della coscienza: l’Ätman (ą¤ą¤¤ą„ą¤®ą¤¾) o il Nome (ש××).
Yoga e Kabbalah. Le tecniche di respirazione.
In entrambe queste antiche discipline, l’apprendimento delle tecniche di respirazione ĆØ graduale e richiede modalitĆ distinte e diverse di lavoro.
Durante le meditazioni, si praticano pause dopo l’inalazione o l’esalazione finalizzate a trattenere o fondere l’energia vitale individuale con quella universale.Ā Le tecniche di respirazioneĀ risultano complesse se apprese solo a livello teorico, mentre la pratica passa attraverso passaggi fisico-emotivi che trascendono ogni comprensione.Ā Ā Sono comuni sensazioni di tremolio corporeo, sensi di paura, sentimenti di gioia, di pace, di estasi, di commozione e di gratitudine verso la vita.Ā Sono anche comuni meravigliose esperienze di connessione con il gruppo, ma anche di osmosi con l’universo intero – ovvero il sentirsi parte del tutto.Ā Naturalmente le discipline richiedono costanza e un’intensa attivitĆ pratica.
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Tratto da un quadro di Tobia RavĆ
Effetti similari tra le due pratiche.
Sia nel Kumbhaka che nella Kabbalah dei Nomi la pratica conduce il praticante ad una dimensione di percezione delle proprie potenzialitĆ piĆ¹ inaspettate che trasformano la sua capacitĆ di potere e sintonia con l’infinito. Dal punto di vista fisiologico vi ĆØ una presa di coscienza di accesso a “dimensioni sottili” – che dove “bitul” o “vayu” consentono al corpo di ottenere un potente controllo del proprio sistema nervoso centrale e di funzionare stimolando la dilatazione dei capillari e l’attivitĆ sinaptica del cervello.
Entrambe le pratiche giungono ai medesimi risultati, che chiamiamo con molti nomi: risveglio della Kundalini o della ShekinĆ h, liberazione della mente dalle dipendenze negative (sentimenti, emozioni, pensieri, percezioni, sensazioni effimere, etc.), cessazione delle dualitĆ , raggiungimento di una piacevolissima dimensione di equilibrio vitale.Ā Quest’ultima ĆØ il vero obiettivo di chi si avvia verso la pratica di queste antiche discipline.
Si tratta dellaĀ dimensione di completamento della via regale che nella Kabbalah accende i Sentieri attraverso le Sephiroth dell’Albero della Vita e che nello Yoga viene riconosciuta con il termine Raja.
In entrambi i casi il corpo del praticante viene metaforicamente considerato l’altare sacrificale (posto nel sancta sanctorum del Tempio), il respiro l’offerta, l’espirazione ĆØ il fuoco e l’offerta consumata dal fuoco una sola cosa.
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Informazioni sulla Kabbalah Pratica
Kabbalah pratica organizza ritiri e pratiche dedicate al respiro.
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