Le chiavi della Kabbalah, la via dell’uomo

by Kabbalah Pratica
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Shin Nukva

Le Chiavi della Kabbalah

Le Chiavi della Kabbalah (ebr. “Maftehot ha-Kabbalah”) è un trattato medioevale.
Esiste in diversi manoscritti (Parigi, Oxford, New York) e contiene un breve, ma profondo commentario sul Sefer Yetzirah, praticamente “identico” a quello che sarà descritto più tardi da Abraham Abulafia nel suo Ozar Eden Ganuz.

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L’autore

L’autore però non è il celebre kabbalista Abulafia, bensì il suo maestro.  E’ Baruch Sheli’ah zibbur Togarmi,  “cantore” di origine orientale, probabilmente turco. Di lui si sa pochissimo e quel che si sa vien conservato solo all’interno della Shalshelet, la catena degli iniziati.

All’inizio del XIV secolo, Isaac b.Samuel di Acri nel suo Me’irat Einayim cita Baruch Togarmi e dice: “Ho visto scritti che portavano il nome di Baruch Togarmi” . Alludeva ai segreti kabbalistici trasmessi da Targomi. Dal Maftehot ha-Kabbalah  traspare che esisteva già un gruppo di cabalisti che compiva pratiche mistiche sul “Nome”  attraverso i tre modi della Kabbalah – cioè: ghematria, notarikon e temurah .

Afferrare le “chiavi” nella kabbalah

Concentrati sui misteri più profondi della cosmologia i cabalisti che compivano pratiche sul “Nome” operavano per portare e trasformare quei misteri in modo utile a servizio dell’essere umano nel mondo. Il loro era un lavoro fondato più sull’uomo che su Dio.

uno degli aspetti più belli della Kabbalah pratica è il suo orientamento all’uomo attraverso il divino.
Questo approccio è uno dei punti chiave distintivi delle pratiche kabbaliste più belle, trasmesse solo per via orale e correlate ai Mayngalim.

Neshamat Ha Chockmah

Il trattato Maftehot ha-Kabbalah

Il trattato Maftehot ha-Kabbalah di Targomi rimane un gioco pieno di corrispondenze, evidenzia che questa “tradizione” rimane un gioco segreto e forse la chiave stessa del Pardes (in ebr. PaRDeSפרדס)

Un gioco,

incomprensibile per chi vuole spiegazioni letterali (Peshat פְּשָׁט‎),

intrigante per chi vede solo significati simbolici o nascosti (Remez  רֶמֶז‎),

stimolante per chi indaga e ricerca senza tregua (Derash דְּרַשׁ‎) e

segreto (Sod סוֹד ) per chi – andando oltre – ha iniziato a praticarlo.

Il trattato era fonte d’ispirazione nel “cerchio” di  Sod ha-Levanah (1) di Jacob Cohen (1260-70). Secondo Jacob Cohen (2), Baruch sarebbe vissuto in Spagna.  Abulafia è presumibile che abbia colto da Togarmi la sua linea di lavoro e partecipato a questa cerchia di Kabbalah, a Barcellona nel 1270-73.

Così possiamo domandarci: il lignaggio di tutti i grandiosi scritti di Abulafia è veramente suo?

עזריאל

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Note

1) : edito da J. Klausner, in Madda’ei ha-Yahadut, 2 (1927), 240-1
2) : figura principale della tendenza gnostica nella Kabbalah

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