Alberi e Sapienza. Le mappe di Dio e l’unione col divino
Quello che la tradizione chiama “Albero della Vita” è la via “regale” della Kabbalah.
L‘immagine archetipica dell’albero è tendenzialmente percepita come una forza spirituale che influisce su intelletto, emozioni ed azioni. La sua memoria affonda le radici alle origini, a quel “centro” del Giardino dell’Eden – (Gan Eden גן עדן) da cui sgorga la vita. E’ la meta metafisica a fare si che l’Albero eserciti una tale impressione sulla coscienza umana da divenire modello – struttura dello sviluppo della storia e del pensiero umano. Il simbolo è alle base di dottrine religiose e interpretazioni mistiche, ma anche di quella ricerca scientifica su cui poggia la logica e il pensiero razionale.
La Sapienza dell’Albero
Nella Kabbalah l’Albero (ebr.: “etz” עֵץ) è riconosciuto come figura umana stilizzata.
“האדם הוא כמו עץ בשדה…” – “l’uomo è come l’albero nel campo…” (Deutremonio 20,19)
Nel rinascimento fioriscono visualizzazioni e diagrammi che sintetizzano due metafore: dare forma al divino e al corpo umano. L’arte rimette in gioco la bellezza originaria del mondo nel corpo umano. Stimola una visione “olistica” d’avanguardia, le cui scintille (Nitzutzot ניצוצות) – capaci di unire l’umano e il divino – sono oggi percepite da sempre più persone.
Alberi e Sapienza. Le mappe di Dio
Per rappresentare il “divino” nel Rinascimento avvengono alcune delle più affascinanti sperimentazioni degli ilanot (אילנות). Rabbi, studiosi non ebrei e artisti erano accomunati nello studio della Kabbalah: l’albero si cala al centro della loro ricerca.
Ilanot è il plurale di ilan אילן (albero), termine che si pone a metà tra schema e mezzo espressivo. Si tratta di diagrammi arborei, disegnati su fogli di pergamena. Mosheh Cordovero nel XVI secolo li riepiloga, ma le loro immagini erano già in uso da generazioni (1).
Gli ilanot sono letteralmente mappe di Dio.( J.H. Chajes)
Albero: pensieri, emozioni e scintille dell’intuizione
Il fil-rouge tra divino e umano “libro-conoscenza-divino” si arrichisce di forme che rivelano la “natura” dell’Albero. Gli “ilanot” sono un invito a praticare Kabbalah. Combinano studio, visualizzazione, forme di proiezione mentale, suoni e movimenti. Le forme dell’Ilan, che sanno unire pedagogia e teurgia, sono la fonte da cui forse trae linfa l’arte del Rinascimento, Sono forse gli Ilan che celebrano l’unione dell’essere universale rivelando l’altro volto divino di “io sono colui che è”.
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1) J.H. Chajes – Alberi cabbalistici (Ilanot) in Italia, p. 170