Il polmone ĆØ il re del respiro.
Questa Note sulla meditazione sono destinate al Mayngal di Neshamat HĆ Chockmah, aperto nell’anno 5778 e sono di carattere propedeutico a quanto segue.
Prendiamo coscienza di quanto le energie che muoviamo dentro di noi attraverso i polmoni, non sono scosƬ scontate come potremmo immaginare.
Premessa alla meditazione
Il respiro ĆØ tra quelle funzioni che non richiedono l’utilizzo della nostra mente. Noi tutti respiriamo, incameriamo ossigeno nei polmoni e attraverso gli alveoli giunge al sangue. Dopo aver compiuto un ciclo di circolazione si trasforma in anidride carbonica che viene espulsa espirando. I polmoni governano questa funzione. A ricaduta tutte le cellule del nostro corpo fanno altrettanto. “insiprano ed espirano” secondo la loro pulsazione sottile.
Siamo governati dal respirazione,il cui nome NashĆ²m (× ×©×) ha la stessa radice di Shem (il “nome” – ש×). Ecco quindi che il Nome Shem, ripetuto continuamente, genera una pulsazione tale da influire su tutto l’organismo corporeo come una vera funzione “psico-pompa.”
In questa funzione la tradizione sufi e quanto quella kabbalista sono tra la piĆ¹ strutturate. La cosa straordinaria ĆØ che il “nome” non ĆØ dato dal solo suono, bensƬ dal significato “elevato” che implica quel suono. Una volta “inspirati ed espirati” nel ritmo corretto, tali nomi divengono dominanti sulla respirazione ed instaurano un “alleanza diretta” con i polmoni. Ecco quindi che la mente puĆ² da quel momento solo “contemplare” i polmoni nella loro funzione di governo del respiro.
La tecnica dell’utilizzo dei Nomi fa parte dei segreti della Kabbalah. Per questo motivo la tecnica viene trasmessa dopo anni di pratica: la mente ed il corpo infatti devono prepararsi ad “accogliere” gradualmente la potenza di un suono che, una volta che prende il comando dei nostri polmoni, avvia un processo di alterazione innarrestabile dello stato psichico.
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