Tzimtzum e la Vita di Pi

by Kabbalah Pratica
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Quale relazione c’ĆØ tra il cabbalistico Tzimtzum e la Vita di Pi?

Nel bellissimo romanzo la Vita di PiĀ di Yann Martel, si nasconde una parola che nella Kabbalah ha un particolare significato: lo tzimtzum. CosƬ, dentro questa suggestivo racconto, si cela forse piĆ¹ di una storia….

Piscine Molitor Patel (Pi)Ā , ragazzo di Pondicherry-India, inizia ad esplorare i problemi della coscienza in etĆ  precoce. Grazie al suo modo di affrontare la vita, sopravvive, naufrago nell’Oceano Pacifico, per 227 giorni.

La nave da cui Pi e la tigre bengalese Richard Parker riescono ad abbandonare nel mezzo della tempesta ha un nome decisamente inconsueto per battere bandiera giapponese: tzimtzum.

Che attinenza ha la parola Tzimtzum con Pi?

Nella Kabbalah, lo tzimtzum denota l’atto della contrazione dell’universo. Lo tzimtzum ĆØ l’effetto della creazione. La tradizione Kabbalistica afferma che Adonai, nel provocare la creazione quale opera fuori da se stesso, adotta un percorso d’azione limitata, ovvero da un limite alla sua “illimitatezza”. Questa azione implica una contrazione, ovvero lo tzimtzum. CosƬ facendo, la luce delle Sephiroth (emanazioni divine) diviene visibile, e sebbene sia quasi insostenibile per un essere corporeo, ĆØ per questo motivo che anche l’essere umano puĆ² ricevere e comprendere da quel momento il significato di luce e radianza divina.

Dopo il naufragio, Pi e la tigre affronteranno continue prove di sopravvivenza su una scialuppa creata per il numero massimo di 32 persone.Ā Come ĆØ possibile la convivenza tra una tigre del bengala e un essere umano? Di fatto i dueĀ compieranno insieme un vero viaggio di trasformazione di 227 giorni, durante i quali l’uomo, vivrĆ  una specie di inziazione profetica alla vita.

Tzimtzum: il viaggio inizia quando Pi conquista a propria visione spirituale della vita.

Pi ĆØ un ragazzo attento e precoce: ĆØ alla ricerca di una propria coscienza, di una propria visione delle cose e della realtĆ : cosƬ Ā sperimenta e va oltre i “limiti” di quei tre insegnamenti religiosi che influenzano il tempo della sua adolescenza, (la religione indĆ¹, quella cristiana cattolica e quella islamica). Impara ad andare oltre le forme e quegli schemi mentali, al di fuori dei quali si accede Ā a una visione piĆ¹ elevata della vita e dell’esistenza umana.

Il suo ĆØ uno stato spirituale in cui la coscienza ĆØ libera, aperta al mondo, pronta a respirare la vita, che Ā lo predispone a percepire e cogliere quei bagliori di luce che celebrano la dimensione della creazione. Questo stato si manifesta in tutta la drammaticitĆ  degli eventi che lo circondano. GiĆ  nel mezzo della prima tempesta, egli gode della grandezza della forza della natura che sta abbattendosi sulla nave che sta navigando sopra la Fossa delle Marianne, il luogo oceanico in cui c’ĆØ la piĆ¹ profonda fossa abissale al mondo.

luci dal profondo, immagine che predice l'arrivo della balena nel film Life of Pi

luci dal profondo, immagine che predice l’arrivo della balena nel film Life of Pi

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Visioni tra l’ombra e la luce

Dal momento in cui Pi e la tigre Richard Parker si ritrovano unici sopravvissuti dell’equipaggio della nave, c’ĆØ un continuo richiamo ad esperienze e visioni di portata apocalittica, che rivelano un passaggio a piĆ¹ profondi stati di coscienza. Si tratta di esperienze necessarie, dove l’ombra del dramma e la luce della speranza continuano a confondersi. Un continuo alternarsi di esperienze atte a temprare lo spirito di sopravvivenza.
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L’incredibile vicenda di un viaggio che inizia con un equipaggio di animali emblematici che vengono, uno ad uno, eliminati fino a lasciare in vita solo Ā l’uomo e la tigre. I due instaurano cosƬ instaurare un embelmatico rapporto di reciproca soppravivenza, che porta Pi a vivere “staccato dalla scialuppa”, su un’improvvisata zattera di fortuna. Man mano che le esperienze si susseguono, Pi riesce ad “ammaestrare” Richard Parker, consentendo gradualmente all’uomo di poter giungere e condividere la scialuppa con la tigre.

Una notte, duranteĀ la meditazione sulle acque impregnate di plancton luminescente, giunge improvvisamente dal profondo una balena che emerge ritufffandosi con un grande schianto tra le due zattere. Pi viene scaraventato in acqua e senza piĆ¹ orientamento sott’acqua riceve la visione della sua nave adagiata sul fondo dell’oceano, in cui si nota non per caso, il nome della stessa sulla prua circondata da un turbinio di animali.
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Pi sperimenta altre visioni, come quella del gioioso arrivo dei delfini, dietro i quali passa una nave lontana che si allontana con la speranza della salvezza; oppure quella dei pesci volanti inseguiti dai tonni che arrivano nel momento provvidenziale in cui la tigre ĆØ divorata dalla fame.
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Forse quella piĆ¹ simbolica e determinate ĆØ quella dell’arrivo di una nuova tempesta, vissuta in uno stato esaltante e poi di paura Ā da Pi e la tigre che si riparano in uno stato di quasi simbiosi emotiva sotto la tuga della scialuppa; l’improvviso risveglio ed approdo sull’inquietante isola galleggiante, pronta a distribuire vita e morte… Tante immagini e scene che ricordano gli stati profetici piĆ¹ estatici e dolorosi… che trasformano il rapporto tra i due e il tempo di questo viaggio in un visionario percorso interiore ed esteriore da occidente verso oriente…Ā , fino al raggiungimento delle sponde del Messico.

Il senso del “viaggio”

La risposta all’enigma non viene data. Richard Parker, appena approda sulla spiaggia, si nasconde senza voltarsi e sparisce per sempre nel folto foresta. I giapponesi che indagano sull’affondamento della nave, non credono alla storia di Pi, che decide seduta stante di dare un volto e un nome umano ad ogni animale.

A questo punto sorge una domanda: quante sono le realtĆ  che convivono in quel tremendo e bellissimo viaggio sull’oceano? Forse ĆØ proprio la parola tzimtzumĀ che ci consente di cogliere il prezzo e la ricompensa della “Vita di Pi” .

Non si tratta della storia di un uomo e una tigre naufraghi nell’oceano, bensƬ di un percorso di carattere Ā iniziatico, una via del ritorno, che indica in modo molto chiaro e profondo i principi da cui trae origine e si sviluppa il cammino della coscienza verso la luce e la vita.

immagine tratta dal film omonimo Life of Pi

immagine tratta dal film omonimo Life of Pi

Tzimtzum: chiave del grande viaggio di Pi

Dentro quell’inaffondabile scialuppa Pi e la tigre passano 227 giorni. Numero emblematico, in quanto 227 ĆØ un numero primo, i cui unici divisori sono 1 e se stesso.Ā 227 giorni in cui Pi sopravvive fisicamente sopratutto grazie alla dimensione spirituale con cui ĆØ determinato a condividere con la tigre la scialuppa, per affrontare il viaggio. Un viaggio che inizia sullo Tzimtzum e che trasforma la Vita di Pi. Un viaggio con forse non poche analogie a quella via esperienziale che s’inerpica sui misteriosi Ā 32 sentieri dello Sepher YetzirĆ h, il “libro della formazione” della Kabbalah.

 

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Oriella 5 Settembre 2013 - 19:06

Non ho ancora visto il film, ma questo articolo mi ha spronata a farlo al piĆ¹ presto. Grazie a questi commenti so che partirĆ² giĆ  con una visione piĆ¹ ampia della situazione, e che non sarĆ  solamente il film di avventura, ma un incoraggiamento alla ricerca. Grazie Marco!

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Kabbalah Pratica
Marco Cestari 6 Settembre 2013 - 12:47

Grazie a te Oriella, …ĆØ importante ampliare la visione, poichĆØ le forze dello tzim-tzum sono molto piĆ¹ tangibili e reali di quanto si puĆ² immaginare…

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Oriella 16 Settembre 2013 - 16:06

Ho guardato finalmente il film “Vita di Pi”, seguendo anche la traccia che hai lasciato sul sito.
Ho notato un particolare che mi ha incuriosita: Pi si sveglia all’una e venti di notte per salire a vedere la tempesta.
E’ corretto pensare che non sia un caso? Che quella sia l’ora di Daath e quindi un momento in cui possono esserci avvenimenti che rimescolano la nostra coscienza e mettono in discussione tutto? Ho letto che Daath ĆØ anche chiamata “il ponte sull’abisso” ed ho collegato il ponte della nave sull’abisso rappresentato dalla Fossa delle Marianne…

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Kabbalah Pratica
Marco Cestari 16 Settembre 2013 - 16:50

1 e 20 rappresentano rispettivamente i valori numerici di Aleph e Kaf.
Sul piano di Assiah e delle eenrgie elementali, insieme rappresentano le “energie estreme”, ma sul piano di Aziluth, quello spirituale, indicano la “completezza del cambiamento”.
Quando Pi si sveglia siamo quindi nellā€™ora di BINAH, la Conoscenza.
Eā€™ il momento in cui ā€œprendi conoscenzaā€ in modo ā€œmolto direttoā€: ĆØ lā€™istante in cui la ā€œZoharā€ trapassa noi stessi e comporta una ā€œrivelazioneā€.
La ā€œrivelazioneā€ ĆØ un momento eccitante ma tremendo: ĆØ lā€™istante in cui ci accorgiamo che stiamo per entrare in Daath, il ā€œnon spazio-non tempoā€, in cui avviene ā€œla provaā€; Ć© il momento nel quale prendiamo coscienza che quella bellezza – esaltante ed eccitante degli elementi che turbinano intorno a noi – si fonda sul ā€œsentireā€ un profondo senso di timore per gli eventi che stanno accadendo.
Eā€™ il momento della prova, che ci rivela il nostro grado spirituale reale, poichĆØ ha inizio la trasformazione di tutta la realtĆ  e di tutto ciĆ² che fino a quel momento ci ha circondato nella vita.
E quanto sta avvenendo non ci consentirĆ  piĆ¹ di vivere come prima.

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